RATATOUILLE Numero 69 - 10 miliardi di motivi per pensarci ora. 25 ottobre 2019 #2050

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Ogni giorno in India viaggiano in treno 23 milioni di persone, non tutti propriamente comodi. Nel 2050 potrebbero vivere in India 300 milioni di persone in più rispetto ad oggi e, in proporzione, potrebbero esserci 5 milioni ulteriori viaggiatori. Una bella sfida per la rete ferroviaria che già ora è una delle più estese al mondo.


Nel 2050 saremo 9,7 miliardi di persone.
Così almeno dicono le ultime stime dell’Onu.

Quante di queste persone saranno felici non è un dato che i modelli previsionali siano capaci di indicarci mentre, con buona approssimazione, ci dicono dove probabilmente si concentreranno per cercare quella felicità.

Per esempio il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane, sopratutto in megalopoli definite Global Cities, città in concorrenza fra loro per offrire i migliori servizi e qualità della vita così da attrarre persone ed investimenti. Londra, New York, Shangai, Los Angeles, Nuova Delhi ma anche Edimburgo e Vienna.

Nel 2050 i miei figli avranno fra i 34 e i 36 anni e non ho certo idea di dove la loro vita li potrà portare nel percorso di realizzazione personale. Sono invece più incline a pensare che io, splendido e aitante settantatreenne, sarò ancora qui nella mia amata terra natia a blaterare di pianificazione finanziaria, di diversificazione e di strategie di investimento innovative, sostenibili, remunerative.

E’ anche probabile che ad ascoltare i miei logorroici sermoni sulla necessità di individuare le sfide della propria vita e i desideri più importanti da realizzare così da cercare di attrezzarsi per ottenere il miglior risultato nel lungo periodo, ci saranno solo dei miei coetanei ultrasettantenni, abituati a darmi ragione sull’argomento per non ferire il mio ego delicato e sensibile.

In effetti se la popolazione mondiale cresce, quella italiana diminuisce, ma sopratutto invecchia: le nascite sono al minimo storico dal 17 marzo 1861, giorno dell’Unità d’Italia, mentre il numero complessivo di persone iscritte all’anagrafe diminuisce rispetto all’anno scorso di 677.000 unità.

Secondo gli ultimi dati ISTAT in pratica è scomparsa, in un solo anno, una città grande come Palermo, quinta città Italiana per numero di abitanti.

Eppure la popolazione mondiale cresce. Secondo le Nazioni Unite probabilmente l’India sorpasserà la Cina come numero di abitanti mentre la Nigeria scavalcherà Pakistan, Indonesia e Stati Uniti per diventare il terzo stato per popolosità.

I paesi europei sembrano al contrario destinati a scendere velocemente nella classifica e se per l’Italia si stima la perdita di quasi 4 milioni di abitanti nonostante l’aumento dei flussi di immigrazione, l’Europa potrebbe perderne complessivamente da 6 a 30 milioni a seconda della proiezione.


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Nel 1969 nel quartiere Bolognina nacque il primo nido d’Italia su volontà dell’allora Assessore Adriana Lodi. Bologna rispondeva così alle modifiche culturali e demografiche del tempo che vedevano l’aumento del numero dei bambini combinarsi con le rivendicazioni delle donne per il diritto all’emancipazione sul lavoro. Esattamente il contrario di ciò che richiede l’intervento di Theodore Linsey Templeton, protagonista del film Baby Boss del 2017, che fingendosi un neonato riesce a sventare un diabolico piano del supercattivo di turno che mira a sostituire i neonati con dei cuccioli di animali domestici nei desideri delle famiglie.


L’aspetto più significativo per il destino europeo però è come varierà la composizione demografica: l’ipotesi centrale è che a fronte di un aumento di 51 milioni di abitanti con più di 65 anni, quelli con un età fra 1 giorno e 64 anni di età saranno 57 milioni in meno. Il saldo negativo sarà appunto di soli 6 milioni ma una persona su 4 avrà più di 65 anni.

L’Europa sarà perciò un paese abitato da persone che sono in pensione o che stanno quasi per andarci. È evidente che una popolazione così caratterizzata presenterà necessità molto diverse da quelle attuali e addirittura diametralmente opposte a quelle che contraddistinsero gli anni dal dopoguerra agli anni ’60.

Il Baby Boom europeo vide in soli tre anni, dal ’60 al ’63, nascere 21 milioni di bambini così che il continente si plasmò sulla necessità di costruire scuole, case e servizi. Vennero istituiti gli asili nido, indispensabili per permettere alle madri di lavorare nonostante il carico famigliare.

Avrete notato che in queste settimane insisto molto sui megatrend, cioè su quei fenomeni strutturali di cambiamento che con la loro forza dirompente sono in grado di modificare profondamente la società, e con essa economia e cultura. Avanzano a velocità diverse ma sono inesorabili e impongono di adeguarsi oppure di fare uno sforzo immane per deviarne la traiettoria.

La demografia guida la maggior parte di questi megatrend e lo sviluppo tecnologico ne indica possibili evoluzioni nonché le risposte che saremo in grado di dare alle diverse necessità del mondo che verrà: il 2050 è fra 30 anni, mica così tanti.

L’aumento della popolazione mondiale, soprattutto nelle zone più povere ha già conseguenze rilevanti su argomenti come produzione di cibo, utilizzo dell’acqua, produzione industriale. Di conseguenza esso inciderà sempre più su ambiente ed ecosistema, nonché su conflitti e tensioni legate all’equilibrio fra scarsità di risorse e sovraffollamento. Disuguaglianze e sostenibilità saranno sempre più il centro delle sfide demografiche, economiche e climatiche, anche per quanto riguarda quello che inizia ad essere definito lo scontro generazionale: l’invecchiamento della popolazione incide immensamente sulla struttura del mercato del lavoro e sui sistemi previdenziali che su quel mercato del lavoro si sostengono.

Dal quadro macro-economico e sociale scendiamo al microcosmo di ognuno di noi: vista la composizione demografica già descritta in Ratatouille n. 67 che ci mostra come single e coppie senza figli rappresentino il 52% delle famiglie italiane, visto l’aumento della longevità media e l’aumento della speranza di vita, visto l’aumento e invecchiamento della popolazione mondiale qui descritto, ci possiamo aspettare alcune cose:

- il sistema pensionistico universale dovrà scegliere fra ridurre ulteriormente l’importo della pensione che potrà distribuire oppure allontanare ancora il momento in cui si potrà richiedere la pensione così da ridurre il più possibile il numero medio di anni in cui, presumibilmente, i pensionati riceveranno la pensione. Molto probabilmente agirà su entrambi i parametri;
- Il servizio sanitario dovrà ridurrà le prestazioni gratuite per tutti e concentrerà le risorse per le fasce di popolazione più povere;
- ci saranno sempre più persone anziane senza famigliari a prendersi cura di loro che dovranno essere sostenuti nelle scelte che li riguardano da figure individuate per legge come gli amministratori di sostegno.


“Io vengo da un piccolo paese dove la popolazione non cambia mai. Ogni volta che una donna resta incinta qualcuno lascia il paese.”
JOHN MICHAEL PRITCHARD



Per rispondere a queste sfide di immensa portata la pianificazione finanziaria può mettere in campo strumenti altrettanto potenti.
- Per tutti i lavoratori, sopratutto i più giovani, sarà indispensabile accantonare importi rilevanti in strumenti capaci di dare una rendita vitalizia per sopperire alla progressiva ritirata del welfare pubblico. Aprire il prima possibile un fondo pensione è la migliore strategia grazie alla sua efficienza finanziaria e fiscale. Prima si apre e si inizia a versare contributi, anche pochi, migliore sarà il risultato. La normativa italiana consente di aprire questi contratti anche ai minori, permettendo di guadagnare tempo prezioso e facendo ottenere un beneficio fiscale ai genitori fino all’indipendenza economica. Un magnifico regalo.
- Grazie alle polizze vita finanziarie, quelle denominate di Ramo I e Ramo III, è possibile accantonare ed investire risorse con il duplice scopo di potere essere sempre disponibili in caso di eventuali necessità specifiche ma anche di poter essere trasformate in rendita vitalizia quando sarà necessario. Oltre ai vantaggi individuati dalla normativa civile (impignorabilità e insequestrabilità) e a quelli fiscali e successori (esenzione da imposta di successione), le polizze vita permettono a chi non ha eredi a cui lasciare patrimonio, di utilizzare la propria ricchezza per le esigenze personali future in maniera efficiente.

- Grazie alla pianificazione successoria e patrimoniale è inoltre anche possibile individuare nelle proprie volontà l’intervento di figure come l’esecutore testamentario e un futuro amministratore di sostegno che, seppur iberi di rifiutare l’incarico in ogni momento, potranno in accordo con noi realizzare il disegno che abbiamo tracciato per noi stessi quando saremo troppo anziani e fragili per realizzarlo da soli.

E poi ci sarà Ratatouille, magari in versione audio registrato per accompagnarvi anche senza occhiali da lettura da una settima all’altra con nuovi spunti di riflessione, costante come le pillole per la pressione, per l’artrite o per il diabete e altrettanto benefico.

Alla settimana prossima, Nicola


INFORMAZIONI IMPORTANTI In caso voleste diffondere Ratatouille integralmente avete la mia benedizione, magari ditemelo. Ratatouille non contiene raccomandazioni né offerte di investimento, solo opinioni che potrebbero anche non essere più attuali.