RATATOUILLE Numero 61 - 30 agosto 2019 #cambiamento

Manitoba al posto della zero zero.
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Ci sono persone che riescono a realizzare meraviglie e salvare il mondo intero anche quando sembra non ci siano gli ingredienti, le condizioni, la possibilità. Come McGyver, con un cacciavite una pila scarica e una lampadina da frigorifero, o come Margherita, con un mestolo due uova e un cucchiaio di cacao.


Ore 18:07, la spiaggia risuona di giochi di bambini e chiacchiere di genitori sotto un sole non troppo convincente di fine agosto.

Margherita si muove leggera per gli ombrelloni attorno al suo. Volete assaggiare un esperimento? Doveva essere una torta alla marmellata ma… ecco… non so com’è venuta. Avevo gli ingredienti sbagliati, non avevo abbastanza zucchero, avevo la farina sbagliata. E poi.. non avevo la marmellata. Volete assaggiare?
Così mi dite com’è.

Quando a cucinare è Margherita non esiste che un’unica risposta. Si.
Si, per l’amore della scienza e della conoscenza, si. Vogliamo assaggiare.
Anzi, fai fetta doppia così valutiamo meglio.

Delizia, esplosione di soffice dolcezza. Perfetta.

Una torta alla marmellata che, seguendo l’istinto, Margherita ha trasformato nella madre delle ciambelle. Alla nutella.

In fondo, perché mettere la marmellata quando hai a disposizione la nutella? La marmellata è ovviamente un ripiego, è per i momenti di carestia, per salvare il salvabile.
Se hai la nutella, la marmellata, beh, l’assaggiamo domani.

Ovviamente non c’è ombrellone che declini l’offerta, la conosciamo tutti Margherita. Sarà il mio sguardo delicatamente insistente, sarà il mio tentativo di condizionarla con la telepsichia, oppure l’innata generosità di Margherita, sta di fatto che arriva anche la desiderata domanda: volete il bis?

Chemelochiedidavvero? Si si si.
Ma allora tu non stai facendo assaggiare, stai distruggendo le prove! Ti aiuto io.

Mentre accetto senza vergogna la seconda fetta di “torta con gli ingredienti sbagliati” penso a tutte le volte che, pur di non abbandonare le nostre convinzioni rifiutiamo a priori qualcosa che poi si rivela ottima. La mente vola immediatamente a Prosciutto e uova verdi di Dr. Seuss.

Vuoi prosciutto e uova verdi?
Vuoi assaggiarli qua o là?
Non li voglio qua né là.
Non li voglio e non mi va.
No al prosciutto e uova verdi,
non li voglio, detto Ferdi.


Copia di kisspng-green-eggs-and-ham-sam-i-am-the-cat-in-the-hat-bre-cartoon-ham-cliparts-5ab1461f07ba240688100315215672630317png

“Prosciutto e uova verdi” è il libro più famoso di Theodor Seuss Geisel, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Dr. Seuss, pubblicato nel 1960. E’ una melodiosa e scoppiettante filastrocca lunga tutto il libro che, accompagnata da illustrazioni surreali, ci parla dei “no” e dell’ostinazione dei bambini verso ciò che non conoscono. Da leggere anche da adulti.


È un comportamento innato che ben conosce chiunque abbia provato a far mangiare le verdure ad un bambino. Per fare una prova istantanea e scientifica chiedo ad Eleonora se vuole assaggiare la torta “sbagliata” fatta da Margherita. Con tutta la forza dei suoi tre anni mia figlia mi sbatte in faccia un immenso NO carico di disprezzo.

Appena però dico nutella, eccola sfoggiare tutte le sue armi di seduzione di massa. Sorrisi moine cinguettii, nasino arricciato e ondeggiamento delle spalle, occhi sgranati e vocina delicata, “papà…”. Avanti con tutto il repertorio!

Anche da adulti manteniamo una fortissima resistenza al cambiamento, in ambito finanziario come negli altri.

Ad esempio è molto facile che i risparmiatori limitino le proprie scelte di investimento a quegli strumenti che conoscono, o perlomeno credono di conoscere, e che, sulla scorta della sola esperienza personale o dei racconti famigliari, sono sempre andati bene.

In particolare il risparmiatore italiano è tutt’ora convinto che l’investimento immobiliare sia una certezza. Non importa che nel 2019, secondo gli Osservatori Immobiliari come quello di Agenzia dell’Entrate (OMI) o quello di Idealista, i prezzi delle case esistenti siano in media diminuiti del 3,6% rispetto all’anno precedente. Non importa che questa flessione vada in continuità con la lunga e consistente discesa che, senza interruzione, dal 2010 porta a consolidare perdite di valore da -20% a -30%. In media.

Non importa che nell’ultimo anno sia salito solo il prezzo degli immobili nuovi in classi energetiche più elevate (+0,8%). Tante persone sono aggrappate con i denti alla convinzione che la loro città, anzi il loro quartiere, anzi, proprio casa loro sia il pezzo più pregiato e richiesto dell’interno mercato. Il prezzo di questo gioiellino del mattone, di questa perla abitativa, non potrà che aumentare nel tempo. Anche fosse in classe G, avesse infissi anni ’50 con vetro a piombo e tracce di muffa negli angoli rivolti a nord.


“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.”
- CHARLES ROBERT DARWIN


Altra convinzione dei risparmiatori italiani è che la parola magica dell’investimento perfetto sia “garantito”. 

Per esempio le polizze assicurative di ramo I, conosciute con il nome di polizze rivalutabili, sono garantite. Non importa se qualche volta non è chiaro da chi siano garantite, solitamente la domanda non viene formulata, spesso nemmeno pensata. Non importa che questi strumenti siano prevalentemente costituiti da titoli di Stato Italiano cioè da quel debito pubblico tanto bello e tanto grande che tutto il mondo ci invidia e che, ogni tanto, qualche politico più loquace degli altri pensa potrebbe essere una buona idea non restituire. Non importa nemmeno che i rendimenti potenziali dell’investimento siano talmente bassi da non mantenere il valore del denaro in linea con il tasso di inflazione anche perché, molto probabilmente, saranno quasi integralmente assorbiti dai costi. 

Non voglio poi tralasciare le obbligazioni bancarie. Non solo sono garantite (vedi sopra) ma hanno anche una chiara data di scadenza. Una ulteriore ancora a cui appendere le proprie convinzioni di investimento. 

Queste due caratteristiche sono sufficienti a ottundere le facoltà sensoriali, psichiche e mentali della grande maggioranza dei risparmiatori italiani. Non importa se il profilo di rischio delle obbligazioni proposte agli sportelli bancari equivale a quello di un titolo azionario. Non importa nemmeno che nel report periodico della Banca Centrale Europea sia registrato come negli ultimi 10 anni in Europa siano scomparse 700 banche e, solo dall’inizio del 2019, abbiano chiuso 13 banche per fallimento o perché incapaci di sostenere il businnes. Non importa che il piano industriale 2019 di Unicredit parli di 10.000 lavoratori in esubero, Deutsche Bank abbia in programma 18.000 licenziamenti, Banca Popolare di Emilia Romagna 1.700, Carige 1.200 e Bnl abbia appena invitato 600 dipendenti ad aderire ad un esodo volontario. Tutto questo non modifica le convinzioni diffuse e consolidate nel tempo. 

La complessità della situazione economica globale e la sua interdipendenza, la velocità con cui le dichiarazioni via social media di politici spregiudicati o incompetenti si riflettono sui valori del nostro patrimonio richiedono necessariamente di abbandonare alcune di quelle convinzioni con cui i risparmiatori italiani hanno sempre gestito le proprie risorse. 

E’ indispensabile, ora più che mai, accettare il cambiamento e fare una maturazione. Certo non è una cosa facile o immediata, proprio come non sarà facile inserire le verdure nella dieta di Eleonora. E’ però altrettanto benefico e salutare e, grazie alla divina provvidenza, esistono professionisti specializzati nella consulenza finanziaria pronti ad affiancarti. (Sto sgranando gli occhioni e arricciando il nasino, lo vedi?) 

Dovrai però fare lo sforzo di assaggiare quella torta che sembra sbagliata, anche senza sapere che dentro, in mezzo all’impasto di manitoba, c’è nascosta la nutella. 

Alla settimana prossima,
Nicola